Produzione agricola innovativa in Basilicata

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Presso l’Associazione dei Lucani a Roma si è svolto il secondo incontro della programmazione 2019 che è stato in assoluto una delle migliori occasioni di apprendimento degli ultimi tempi per merito di alcuni punti forti:

  • informazioni da fonti competenti sulla produzione agricola lucana che, oltre a note eccellenze (peperoni, fagioli, formaggi, grano, fragole, agrumi, allevamenti, ecc.), inizia ad avere una presenza in settori che utilizzano e valorizzano la grande diversità di erbe e piante, la presenza dell’acqua, le grandi diversità del suolo, …
  • scoperta che con le piante si potrà fare tutto!
  • notizie sull’impiego di nuove metodologie di controllo, diagnosi ed interventi di salvaguardia delle specie vegetali con tecnologie che prima erano esclusive della diagnostica medica e ….
  • presenza in Basilicata di uno dei centri di ricerca applicata più avanzati nel settore
  • esposizione varia, avvincente, rigorosa nei tempi, resa chiara, e convincente da filmati e suggestive immagini.

L’incontro è stato aperto e coordinato dall’Ambasciatore Eugenio D’Auria che ha richiamato brevemente il quadro d’insieme ricordando che malgrado il fenomeno dello spopolamento dei borghi e l’abbandono delle campagne (evidenziato dall’aumento della copertura boschiva), la presenza di nuclei di lucani che operano con tecnologie e competenze di ottimo livello, determinando una situazione articolata:

  • produzione vinicola di crescente rilevanza, nelle aree collinari;
  • agricoltura intensiva nelle zone pianeggianti, collegata alla grande industria di trasformazione (grano e derivati) e distribuzione (fragole, agrumi, pesche, ecc.) e…
  • …una agricoltura marginale nelle aree interne per le produzioni  di grano, olio, latte, prodotti caseari, ecc. che registrano ora tentativi di valorizzazione mediante produzioni bio e coltivazioni di nicchia di: salumi eformaggi (Canestrato di Moliterno, Filiano, latte d’asina); ortaggi (peperoni di Senise, melanzana di Rotonda,…); legumi (fagioli di Sarconi); erbe aromatiche (zafferano); erbe officinaliestratti animali e vegetaliper cosmetica (bava di lumaca), ecc.

In questa situazione d’insieme si sono poi collocati in modo logico e consequenziale gli interventi della serata, tutti supportati da bellissime immagini e anche da prezioso materiale documentale.

Iniziando dal ruolo delle strutture regionali nelle attività agricole più innovative, esempio di interazione virtuosa con l’imprenditoria agroalimentare lucana.
Il dr. Domenico Romaniello, Direttore dell’ALSIA (l’Agenzia Regionale creata mezzo secolo fa per dismettere il patrimonio della Riforma Fondiaria) ha descritto, anche con l’aiuto di immagini, la transizione da strumento di liquidazione del patrimonio immobiliare ereditato da una riforma mai decollata (perché messa in crisi da opzioni di lavoro più vantaggiose) in Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura – ALSIA.
Il dr. Romaniello, presente anche Sergio Gallo, ha illustrato gli accresciuti compiti di ALSIA, che oltre alla gestione delle vecchie incombenze, è agente di sostegno e sviluppo per attività in settori nuovi o tradizionali che possono trarre beneficio da ricerche e tecnologie innovative.
Tra le molte iniziative, le sperimentazioni sul Pollino in campi dimostrativi di erbe officinali (come as es. quello relativo alla melissa) che ha evidenziato la possibilità di combinare tutela dell’ambiente e risultati economici interessanti. Nel campo delle erbe officinali hanno avuto luogo molte fruttuose collaborazioni tra ALSIA ed aziende come Amaro Lucano  ed Evra (tra i partecipanti alla serata).

Per sostenere l’innovazione, l’Alsia conduce studi, ricerche, sviluppo ed innovazione nei settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della chimica verde e della bioeconomia. Attività incentrate sull’utilizzo di moderne biotecnologie che prevedono l’utilizzo delle piante per la produzione di alimenti, prodotti per l’industria, anche in segmenti ad alto valore aggiunto come la cosmetica ed il farmaceutico.

Con le piante di potrà fare tutto! E’ stata una delle affermazioni  dell’esperto di biologia molecolare Francesco Cellini  che hanno più  colpito l’uditorio.
Cellini, laureato a Pisa dirige la Metapontum Agrobios azienda già partecipata dalla Regione Basilicata, entrata poi a far parte di ALSIA nel 2013, con il compito di mettere a disposizione di operatori lucani e nazionali le sue decennali competenze nel campo delle biotecnologie verdi ed anche le tecnologie per sperimentazioni dei suoi avanzati laboratori di biologia e genetica molecolare, colture in vitro, genomica, fitopatologia, …
Il Centro impiega venti ricercatori, ha laboratori che occupano 3.000 mq coperti e 5500 mq di serre sperimentali oltre a poter operare negli 80 campi sperimentali dell’Azienda Pantanello, sempre di ALSIA.

Il Compito della Metapontum Agrobios è quello di sfruttare i risultati della ricerca ovunque essi siano stati realizzati, traducendoli in attività pilota e dimostrative per lo sviluppo di nuovi prodotti (alimentari, farmaceutici, oli industriali, …).  Tenendo non solo conto delle specificità delle colture mediterranee ma anche delle pessimistiche previsioni sul riscaldamento globale.
Temi importanti da cui sono derivate domande anche su temi controversi come la coltivazione cannabis (nelle sue varie tipologie: per uso farmaceutico, per uso ludico, …) e sugli OGM. Su questi ultimi, nei pochi  minuti disponibili che impedivano di entrare nel merito delle affermazioni pro/contro, il dr. Cellini ha semplicemente ricordato che nella sua millenaria relazione con la natura l’UOMO non l’ha mai subita passivamente ma, per necessità di sopravvivenza e benessere, ha interagito con essa con modalità e strumenti diversi per renderla più funzionale alle proprie necessità. L’esito della interazione è quello di alterazioni significative degli stadi originari delle piante (e del clima) e che pertanto non esistono oggetti naturali immutati.
Questo semplice richiamo alla realtà, è stato un invito implicito a confrontarsi con la complessità in modo onesto ed adeguato evitando approcci semplicistici. Accrescendo il desiderio di saperne di più!

La esposizione del caso di Evra Italia, fatta dal suo fondatore e Ceo Vincenzo Salamoneha confermato la rilevanza della interazione tra imprenditoria pubblica e ruolo di sostegno scientifico di Alsia.

Evra Italia, è nata dalla folle idea di un professionista lucano che ha deciso di lasciare la promettente carriera in una multinazionale per trasformarsi in imprenditore puntando la sua laurea in farmacia e le conoscenze nel campo delle erbe officinali del suo paese, Castelluccio Superiore, nel Parco del Pollino.

L’azienda nata 10 anni fa ha 35 dipendenti e dà lavoro stabile ad una ventina di agricoltori che forniscono le erbe per produrre estratti da specie vegetali coltivate o spontanee che crescono in un raggio di 40 km dallo stabilimento in un’area incontaminata del Parco del Pollino.
Sono previsti a breve, ulteriori investimenti per 10 milioni di € ed il trasferimento a Castelluccio delle attività produttive fatte a Como.

La Evra produce estratti sia per il cibo che per la cosmetica esportati in vari paesi del mondo, soprattutto in Francia. Oltre a prodotti di base per altre aziende, Evra ha deciso il lancio della linea cosmetica Basilian, con prodotti concepiti per una nicchia di mercato fatta di persone consapevoli, che accettano l’idea di una bellezza che non può restare immutata nel tempo, ma da vivere con dignità e buon gusto. Significativa la campagna di lancio di prodotti basata sul volto di centenari sardi.

Una esperienza davvero molto interessante ed assai apprezzata come quella della Cantina Terra dei Rerappresentata dal contitolare il dr. Paride Leone che ha parlato della storia dell’Aglianico più che della sua cantina, una delle più prestigiose del Vulture.
Una storia lunga e straordinaria per il suo intreccio con quella del Pinot, il più noto vitigno al mondo ed una vicenda, quella della “tracciatura” storica, resa possibile da una recentissima ricerca tra CNR ed Alsia, che ha consentito di  attribuire il luogo di origine del Pinot nero alla Basilicata e non alla Francia.
Dopo questa affascinante narrazione, fatta con l’ausilio di mappe ed immagini, il dr. Leone ha introdotto il tema del rapporto tra arte ed attività economica.
In altre regioni il rapporto tra vino ed arte è assai intenso. Ma il caso della cantina Terra dei Re, con la elencazione per immagini delle manifestazioni (visibili nel loro sito sotto il titolo Arte in Cantina), dimostra che anche in questo campo la Basilicata registra esperienze rilevanti.

Tra le numerose manifestazioni, oltre a rappresentazioni ed incontri, sono da citare una mostra permanente d’arte contemporanea e l’impegno nel cinema con la produzione del corto Luna Divina ispirata dalla vendemmia notturna dell’uva per il Nocte (tra le etichette top).

Nella fase conviviale a fine conferenza, la degustazione di due vini della CantinaTerra dei Re, ne hanno consentito di conoscere ed apprezzare anche il prodotto. Degna chiusura di una bella serata.